Alla scoperta di Caggiano: tradizione, fede e arte contemporanea

Caggiano panoramica

Caggiano sorge su uno sperone roccioso a 828 metri di altitudine, al confine tra Campania e Basilicata, in provincia di Salerno. Antico e affascinante, questo borgo dell’alta valle del Tanagro domina dall’alto un paesaggio che unisce la dolcezza dei rilievi campani alla forza selvaggia delle montagne lucane. La sua storia affonda le radici in epoche remotissime, come testimoniano i numerosi reperti rinvenuti nel suo territorio.

Origini antiche e leggende

Le origini di Caggiano si perdono nella notte dei tempi. Secondo gli storici, nella località Tempa dei Tiesti abitavano gli Ursentini, uno dei popoli più bellicosi dell’antica Lucania (VI secolo a.C.). Nella vicina Santostasio sorgeva invece Acherronia, città potente e fiorente nei secoli che precedettero l’era cristiana.
Caggiano nacque probabilmente sui ruderi dell’antica Ursentum. Il nome, la cui etimologia è incerta, potrebbe derivare dal latino Caius o Caius Ianus, forse in riferimento a un antico proprietario terriero romano. I primi a menzionarlo con il nome attuale furono gli scrittori greci dell’età bizantina.

Ai piedi del monte su cui oggi si estende il paese si trovano le Grotte dello Zachito, dove sono stati rinvenuti reperti preistorici che testimoniano una presenza umana antichissima, favorita dalla vicinanza del fiume Melandro.

Il Castello e le fortificazioni

Nel Medioevo, per difendersi dalle incursioni, Caggiano fu circondata da alte mura con quattro porte, di cui due sono ancora visibili.
Il Castello, simbolo del paese, risale al IX o X secolo e domina dall’alto il centro storico con la sua imponenza.
Secondo un atto di donazione del 1092, il primo signore del borgo fu Guglielmo di Caggiano, della famiglia di Roberto il Guiscardo, che lo fece erigere nella parte più alta per proteggersi dagli attacchi dei Saraceni.

Nel corso dei secoli, la fortezza passò di mano in mano, trasformandosi tra XIV e XV secolo in elegante residenza signorile.
Oggi il Castello è tornato a vivere come spazio culturale, sede di mostre, convegni e manifestazioni che raccontano la storia e l’identità del territorio.

Fede, arte e architettura

Caggiano è un luogo in cui storia, arte e fede si intrecciano profondamente.
Le sue chiese, molte delle quali di origine antichissima, custodiscono opere d’arte di grande pregio e testimoniano secoli di devozione.

La Chiesa del SS. Salvatore, risalente al 1574, è la Chiesa Madre del paese. Al suo interno sono conservati un importante archivio e una biblioteca parrocchiale, con documenti che spaziano dal Cinquecento all’Ottocento, preziosa fonte per studiosi di storia civile ed ecclesiastica.

La Chiesa di Santa Caterina di Alessandria, di origine greca e con pianta a crociera, conserva ben sei opere del pittore Nicola Peccheneda (1769).


Antichissima è anche la Chiesa di Santa Maria dei Greci, considerata la prima del paese: a forma greca e poi trasformata a croce latina, conserva dipinti attribuiti al Guarino.

Tra le altre, meritano menzione la Cappella di San Luca, un tempo annessa all’ospedale del Cinquecento, e la Chiesa di Sant’Antonio, del Seicento, con il convento adiacente, che ospitò i Padri minori riformati di San Francesco fino al 1860.

Particolarmente sentita è la devozione a Sant’Antonio, mentre la Madonna del Rosario è la patrona del paese.
Caggiano ha dato i natali anche al diacono martire San Feliciano, il cui corpo era custodito nella cattedrale di Satriano fino alla distruzione del 1400.

Palazzo Morone e Palazzo Bonito Oliva 

Caggiano non è solo un borgo ricco di storia e tradizione, ma anche un vivace polo culturale dedicato all’arte contemporanea, dove antichi palazzi si trasformano in spazi di sperimentazione e dialogo tra passato e presente.

All’interno di Palazzo Morone è ospitata la Collezione permanente delle opere di Vettor Pisani, voluta e curata dalla Fondazione Morra, che ha contribuito a trasformare questo spazio in un vero e proprio polo culturale. 

Contestualmente, Palazzo Prospero Morone e Giuseppina Morone in Bonito Oliva accoglie l’Archivio del Living Theatre, il più importante fondo documentario al mondo riguardante la compagnia teatrale statunitense.

Il progetto, promosso dalla Fondazione Morra (presieduta da Teresa Carnevale e diretta da Giuseppe Morra), nasce con l’obiettivo di diversificare la fruizione culturale nei territori periferici e valorizzare Caggiano come crocevia d’arte contemporanea.

Tradizione, natura e ospitalità

Caggiano è oggi una meta apprezzata da chi cerca un soggiorno tranquillo, autentico e immerso nella natura.
L’aria salubre, la genuinità dei prodotti tipici e la calorosa accoglienza dei suoi abitanti rendono il borgo una destinazione ideale per chi desidera riscoprire i ritmi lenti e i sapori del passato.

Il territorio circostante è perfetto per gli amanti dell’escursionismo e del trekking: i sentieri conducono alla Grotta dello Zachito, al Canyon della Valle del Melandro con le sue spettacolari guglie di roccia calcarea, e ad altri punti panoramici che offrono viste mozzafiato sul Vallo di Diano e la Lucania.

Caggiano è un luogo che unisce storia e natura, fede e cultura, ospitalità e autenticità: un piccolo scrigno di bellezza nel cuore dell’Appennino campano-lucano, dove ogni pietra racconta una storia millenaria.

Il Capitano: i sapori di Caggiano

L’Azienda Agrituristica Biologica “Il Capitano” offre l’opportunità di assaporare le autentiche specialità caggianesi, preparate con ingredienti genuini e nel rispetto delle antiche ricette tramandate di generazione in generazione. Ogni piatto racconta una storia di famiglia, di territorio e di passione per la buona cucina.

I prodotti biologici, frutto di una filiera corta e sostenibile, sono disponibili anche per la vendita al dettaglio.

Un invito a scoprire i sapori e le tradizioni di Caggiano, dove la natura, la cultura e la tavola si incontrano in un’armonia tutta da gustare.